Le api selvatiche necessitano essenzialmente di due elementi: luoghi dove fare il nido e fonti di alimentazione (piante nettarifere). Questi elementi sono spesso scarsamente presenti nelle aree coltivate, dove le lavorazioni profonde del terreno e la scomparsa di strutture naturali del paesaggio come siepi e boschetti ostacola la nidificazione di molte specie, mentre la monocoltura e l’assenza di fioriture scalari negli ambienti agricoli rende difficile per le api trovare fonti di cibo. Oggi alcune misure della PAC (Politica Agricola Comune) che ricadono sotto la denominazione di “misure agroambientali” o greening, favoriscono il rispristino di queste strutture naturali attraverso la diversificazione delle colture, il mantenimento dei prati permanenti e la presenza di aree di interesse ecologico (EFA).

Nelle zone urbane o periurbane, come giardini, parchi e orti, le api selvatiche trovano più facilmente siti idonei dove nidificare e fonti di cibo, purché si rispettino alcuni piccoli accorgimenti.

Per quanto riguarda i siti di nidificazione, le api selvatiche si dividono in tre principali categorie: le api che nidificano nel terreno, quelle che nidificano in cavità precostituite e quelle che costruiscono nidi con materiali prelevati dall’ambiente o da esse stesse prodotte.

Le api solitarie o gregarie che nidificano nel terreno hanno bisogno di porzioni di suolo asciutto, parzialmente inerbito e che non viene lavorato o in altro modo disturbato. Bastano anche piccoli appezzamenti di pochi metri quadrati per ospitare un’aggregazione di Andrenidae o Halictidae, mentre alcune specie di Megachilidae utilizzano anche i vasi da fiori per scavare gallerie, che rivestono con pezzetti di foglie tagliate.

Le api dei generi Anthophora e Eucera prediligono invece pareti verticali di terreno compatto o roccia friabile, nelle quali scavare le loro gallerie, eventualmente munite di un piccolo tettuccio sporgente di terra compattata. I bombi nidificano quasi tutti nel terreno e prediligono zone di terreno scosceso, poco esposto, vicino ad alberi o cespugli. Fa eccezione una specie, Bombus hypnorum, che nidifica in rifugi sopra suolo, come ad esempio i nidi artificiali abbandonati degli uccelli che vengono messi nei giardini.

Le api che costruiscono il nido da sole possono utilizzare diversi tipi di materiale, come la cera, prodotta ad esempio dalle femmine dal genere Bombus, o la resina, utilizzata dagli Heriades e da alcune Megachile o infine impasti di sabbia, limo e pietre agglomerati con un secreto ghiandolare, come alcune specie dei generi Osmia, Hoplitis e Megachile

In tutti questi casi, per favorire la nidificazione di queste api è sufficiente preservare la natura del paesaggio, che è di per sé dotata di strutture atte a ospitare i nidi delle api e di materiali utili alla loro costruzione. Inoltre è importante fare attenzione all’eventuale presenza di nidi preesistenti e, se si riconoscono come nidi di api, proteggerli dalla distruzione mediante transenne o segnaletiche. Soprattutto, non cercare di realizzare a tutti i costi un giardino preciso e ordinato, un certo grado di “confusione” favorisce la presenza delle api selvatiche.

Le api che nidificano in cavità precostituite appartengono principalmente alla famiglia Megachilidae. I loro siti di nidificazione sono costituiti da gallerie nel legno o nella pietra, fusti cavi di piante, canne palustri, ma anche cavità artificiali vuote, come tubi metallici o condotte idrauliche, oltre ai gusci abbandonati delle chiocciole. Per queste specie di api è ormai diffusa la consuetudine di costruire dei cosiddetti “hotel per api”, strutture artificiali in legno riempite di canne, tronchi o mattoni forati. Ne esistono anche in commercio di varie misure, più grandi per il giardino o più piccole da terrazzo o balcone. Nei parchi pubblici queste strutture possono essere corredate da pannelli esplicativi, così da unire la finalità di conservazione e di divulgazione.

Anche le femmine del genere Xylocopa nidificano in cavità del legno, utilizzando canne di diametro molto grosso (almeno un cm) oppure scavando esse stesse nel legno grazie alle robuste mandibole. Sebbene più raro, anche questa specie può trovare alloggio in un hotel per api, oppure utilizzare pezzi di legno tagliati, come quelli presenti nelle legnaie, ma anche legno lavorato come quello dei pallet.

Per quanto riguarda le fonti di alimentazione, l’ideale è ospitare nel proprio terrazzo o giardino delle piante che producono nettare e con una fioritura scalare nel corso della bella stagione, così da favorire molte specie di api, che hanno periodi di volo differenziati da febbraio-marzo fino a settembre ottobre (in Sud Italia anche per tutto l’anno). Esistono in commercio bustine di semi per api (fare attenzione che siano piante autoctone dell’Italia), ma anche le piante che si trovano comunemente ai bordi dei campi o delle strade (di solito considerate “erbacce”) possono utilmente svolgere questa funzione. Tra le piante più gradite dagli impollinatori si annoverano tutte le piante aromatiche, che se portate a fiore possono avere un duplice utilizzo in cucina e come nutrimento per le api.

Infine, i più volenterosi possono costruire un vero e proprio “giardino per api” con numerose essenze nettarifere anche perenni, rocce, tronchi, muretti, piazzole di terreno e hotel per api, così da ospitare il maggior numero di api possibile.