Le api selvatiche sono importanti impollinatori di piante spontanee e coltivate.

Alcune api sono definite “polilettiche” o generaliste, cioè  si nutrono su un elevato numero di tipologie fiorali; l’ape polilettica per eccellenza è Apis mellifera, che visita pressoché qualsiasi tipo di fiore presente in natura.

Le api “oligolettiche” o specialiste sono invece quelle che hanno una preferenza per alcune tipologie di fiore, corrispondenti ad una famiglia botanica. A questa categoria appartengono le api del genere Panurgus e Heriades, che visitano esclusivamente i fiori delle Asteraceae di colore giallo; oppure le api del genere Lithurgus, che vanno solo sui fiori delle Asteraceae Carduoideae; o ancora, alcune specie del genere Chelostoma, che prediligono i fiori delle Campanulaceae (Chelostoma rapunculi e C. campanularum). Anche all’interno del genere Andrena ci sono molti casi di oligolessia, ad es. Andrena nitidiuscola raccoglie polline soprattutto sui fiori delle Apiaceae, Andrena taraxaci su quelli delle Asteraceae e Andrena ovatula su quelli della Fabaceae.

Alcune specie di ape si possono definire “monolettiche” perché si nutrono solo sui fiori di un genere botanico; ad esempio le api del genere Systropha visitano esclusivamente i fiori del Convolvolus, mentre tra le specie del genere Andrena e Melitta vi sono diversi casi monolessia, ad es. Andrena florea va quasi esclusivamente sui fiori del genere Bryonia, Andrena chrysopus sui fiori del genere Asparagus e Melitta tricincta su fiori del genere Odontites.

In alcuni casi l’elevata specializzazione di un impollinatore per una pianta coltivata si è tradotto in un interesse economico verso quella specie. L’esempio più noto è quello dei bombi sul fiore di pomodoro. I fiori del genere Solanum hanno le antere fuse tra loro a formare una struttura cilindrica bucherellata all’apice; per far uscire il polline, le antere devono essere fatte vibrare con una frequenza di 400 Hz, una modalità di impollinazione definita “buzz pollination”, di cui sono capaci pochi generi di api, in particolare i bombi. Questi grossi apoidei sono in grado di disaccoppiare la contrazione dei muscoli alari dal movimento delle ali, producendo nel torace una vibrazione della frequenza necessaria. Per questa loro capacità, le colonie di bombo sono state allevate artificialmente e vendute in tutto il mondo per l’impollinazione del pomodoro in serra, già a partire dagli anni ’80 del secolo scorso.

Altri esempi di api selvatiche allevate a scopo commerciale sono alcune specie del genere Osmia (O. lignaria nel Nord America, O. cornuta e O. bicornis in Europa), usate per impollinare i fruttiferi a fioritura precoce, come ad esempio albicocco e susino, perché sono specie che volano già a febbraio e con temperature molto basse. Negli Stati Uniti viene anche allevata una specie di Megachile, M. rotundata, e un Halictidae, Nomia melanderi, per l’impollinazione dell’erba medica.

Al contrario, in Europa sono pochi gli esempi di api selvatiche utilizzate per l’impollinazione delle colture, servizio che viene affidato perlopiù all’ape da miele, per la sua capacità di visitare molti tipi di fiori, unita alla numerosità delle sue colonie e al fatto che possa essere facilmente allevata e trasportata.